“Magie al pianoforte del maestro Brusco... uno dei migliori artisti sulla scena nazionale”

Il Tempo Beatrice Boero

 

“Il pianista italiano Sebastiano Brusco ha interpretato opere bellissime... per un pubblico internazionale che è stato molto incantato dalla sua grande prestazione... la performance di questo umile e vero artista”

Morgunblaðið By Birkir Fanndal Haraldsson”

 

...il modo di suonare di Brusco è eccezionalmente bello...”

Morgunblaðið Ríkarður Örn Pálsson

 

“Abile, affascinante, introverso, un talento, quello di Brusco che si traduce in vero e proprio piacere generato dall’essere musicista e dal poter suonare il proprio pianoforte... Brusco ottiene dal pubblico quel riconoscimento spontaneo che vale più del giudizio di qualsiasi giuria”

La voce di Cesena di Sara Briganti

 

“Nel quartetto con pianoforte K 493 avemmo modo di apprezzare le abilità pianistiche di Sebastiano Brusco, formatosi col Maestro Aldo Ciccolini, mirabilmente incastonato nel gioiello di musicalità dei quattro archi.”

Concerto al teatro Keiros – Vitadidonna: Stefano Maria Palmitessa

 

Castiglion del Lago:

Il Recital di Brusco ha chiuso in bellezza la rassegna di 10 concerti.

“…Sebastiano Brusco pianista pieno di sensibilità che ha pennellato di morbide sonorità l’integrale degli improvvisi di Schubert.”

Il Giornale dell’Umbria S. Ragni

 

Sebastiano Brusco incanta il festival di Castiglione del Lago

“…la professionalità del giovane pianista espressa attraverso le dita, ha dato vita ad un'autentica notte magica. Il giovane musicista ha eseguito brani di Mozart, di Beethoven, di Schubert, di Brahms e di Chopin. Brano assai noti, ma in ognuno si sentiva forte la creatività dell’artista, che conferiva ai pezzi qualcosa di unico, di particolarmente coinvolgente. Una cascata di melodie, di veri e propri virtuosismi, hanno creato una magica atmosfera tra le mura di uno dei palazzi più belli e carichi di storia dell’Umbria…”

UmbriaLeft A. Allegretti

 

“Due Concerti per pianoforte di Mozart eseguiti con grande sensibilità da Sebastiano Brusco con quintetto d'archi.

E' stata data una bella e scintillante esecuzione del direttore/solista che ha suonato senza la partitura come avrebbe fatto Mozart stesso - probabilmente improvvisando anche la cadenza. Il clou dei due concerti sono senza dubbio i movimenti lenti meravigliosamente semplici ma toccanti, suonati con una libertà e sensibilità che solo un ensemble di musica da camera può permettersi. Bravissimi l'Harmoniae Aureae Ensemble che ha seguito ogni nota del solista mentre l'ascoltava così intensamente come si fa nella vera musica da camera. E' nei lenti episodi dell'ultimo movimento di K 415 dove sono stati raggiunti i momenti di sublime bellezza, lì dove soltanto il genio di Mozart può catturare in così poche note un significato così profondo.” traduz.

MusicCommentary - By Christopher Axworthy 24-01-2021



il Mozart di Sebastiano Brusco è molto originale nelle personalissime scelte di fraseggio, negli scarti ritmici, nell'uso così sensibile e variato delle dinamiche. Nella sensibilità dei respiri nel rapporto tra solista e orchestra, nelle libertà che prende nelle cadenze, nel dominio dell'espressività dei trilli. … confermandosi un interprete sempre coinvolgente.

Sandro Cappelletto – per l’uscita del CD che include il Concerto di Mozart Kv414 per pianoforte e orchestra (2022)



(...)Una nuova registrazione integrale, tuttora in corso, delle diciotto Sonate pianistiche mozartiane, effettuata dal pianista romano Sebastiano Brusco per l’etichetta discografica italiana Aulicus Classics, s’impone, a livello di curiosità e di interesse per il tipo di suono ottenuto,(...)

Sebastiano Brusco ha cercato di privilegiare più che un suono “preciso” uno squisitamente immaginario, più simile al dipanarsi di un canto, di un insieme di archi o strumenti a fiato, in modo da trascendere i limiti fisici imposti da un pianoforte (…)

il nostro artista ha voluto connaturare il percorso stilistico e interpretativo della sua integrale discografica dedicata alle Sonate del salisburghese intraprendendo un nuovo sentiero esecutivo, ripudiando tout court quell’eccessiva rigidezza formale e strutturale che porta altre letture a restare prigioniere in schemi tali da castrare la fantasia dell’interprete. (...) sulla base di ciò che sosteneva lo stesso Mozart, una chiave più vicina alla dimensione del canto melodrammatico, come se i vari tempi delle Sonate fossero allegoricamente delle arie, dei duetti, delle romanze, (...) una lettura capace di coinvolgere l’ascoltatore in un modo diverso, più aderente, se vogliamo, a quanto escogitò Mozart ai suoi tempi; da qui, la chiara intenzione di imitare platonicamente la melodiosità delle voci presenti nel teatro melodrammatico, esaltandone la dovuta “teatralità”(...) portare continuamente in superficie la ricerca di un’incessante cantabilità, di una più che conclamata volontà di addolcire, di sfruttare il fraseggio, assecondandolo a un’agogica che più sulla partitura si deve riferire ai moti dell’animo, dando così modo all’interprete di fare il suo accesso nel giardino della fantasia,dell’emozione, della palpitazione, senza però stravolgere i connotati dati dal segno fissato sul pentagramma. (…)

Sebastiano Brusco sfrutta anche per ciò che riguarda il tipo di lettura effettuata, ossia votata a un canto che, per quanto riguarda la mia riflessione, non tende soltanto ad esaltare la sfera di quella “melodrammaticità” di cui si è già detto, ma anche, e questo se si fa riferimento al senso ritmico sul quale si basa la sua interpretazione, a manifestare una dimensione che potremmo definire “danzante”, in cui la propulsione ritmica assume quindi un valore determinante, tale da andare a sfidare e, per certi versi, a confutare modelli di esecuzione rientranti nel comparto puramente accademico(...) Il pianista romano, infatti, è anche attento nel ricostruire un’arcata generale sotto la quale i tempi e i fraseggi che si dipanano si presentano sotto una forma, uno stile “mozartiano”(...)
Da ciò, si può intuire come i segmenti, i passaggi, le atmosfere in cui la dimensione drammatica può sfociare nel tragico (citare la Sonata K 310, a tale proposito, è semplicemente pleonastico) non vengano da Brusco sminuiti, edulcorati o, peggio, sfalsati da tale cantabilità, ma riescono a fluire, per l’appunto, affrescando il lato oscuro, tenebroso, doloroso come una forma di suprema accettazione del fato, come se dietro a questa patina di dolcezza soffusa ci fosse un côté mozartiano impregnato di pacato stoicismo. (...)

Music Voice - 16 MARZO 2023 - Andrea Bedetti

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